2015: L’anno Dei Negrita

Come di consueto, la fine d’anno porta con sé i classici bilanci che, come tutte le opinioni, restano assolutamente personali ed opinabili. Talvolta, però, ci sono cose difficili da confutare, a meno di non voler essere a tutti i costi controcorrente. Pur mancando ancora un paio di mesi alla conclusione di questo 2015, una cosa sembra ormai chiara: i Negrita, dopo un paio d’anni d’assenza, si sono confermati una delle grandi certezze del panorama musicale nazionale. Quelli che fino a sei, sette anni fa erano considerati ancora degli outsider di successo, il classico gruppo conosciuto da tutti ma a cui mancava ancora qualcosa per entrare nel nobile club dei cosiddetti Big, oggi sono a tutti gli effetti una band da numeri stratosferici. La vera domanda resta sempre la stessa: ma la band aretina voleva davvero entrare in questo fantomatico club? O meglio, cosa ha fatto per riuscirci? La risposta è molto semplice: assolutamente niente. Niente divismi, niente paraculate, né sovraesposizione mediatica. Pau, Drigo e Mac hanno semplicemente continuato a fare quello che facevano dieci o quindici anni fa: musica impossibile da inserire in un genere, grandi performance live e libertà creativa pressoché totale. Il successo di 9, album forse meno sofferto di Dannato Vivere ma non meno intenso, e la miriade di sold out in giro per l’Italia sono lì a dimostrarlo e a confermare che, almeno qualche volta, coerenza e merito vengono premiati. Lunga vita.

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