Album Da Riscoprire: Gary Moore – Bad For You Baby

Il sei febbraio del 2011 ci lasciava Gary Moore, chitarrista che non aveva certo bisogno di presentazioni, ma che comunque in vita non ebbe tutti i riconoscimenti che probabilmente avrebbe meritato. Il 22 settembre dei tre anni prima, un periodo insolitamente lungo per lui, era uscito quello che, col senno di poi, sarebbe stato il suo ultimo, grande, album: Bad For You Baby. Nel corso di tutti i quarant’anni di attività, l’ex chitarrista di Thin Lizzy e Skid Row (non quelli di Sebastian Bach…) è stato in grado di farsi amare dai pubblici più svariati, dai puristi del blues fino agli amanti del rock classico, passando per quelli dell’hard rock, ma riuscendo a mantenere sempre una coerenza di fondo ed un gusto rari per un eroe delle sei corde. Come spesso accade, tuttavia, non sempre la stampa gli riconobbe quel valore che oggi sembra dato per certo e, onestamente, va anche detto che non sempre il buon Gary si fosse espresso ai massimi livelli. Quei livelli, come spesso il destino tende a fare, tornarono a presentarsi in quell’ultima occasione. Bad For You Baby ancora oggi sembra figlio di un vero momento d’oro creativo, forse di una fiammata improvvisa, vista anche l’assenza di nuovo materiale nei tre anni successivi. E subito si intuì quanto quella pubblicazione non rappresentasse un semplice pretesto per l’ennesimo tour celebrativo. Questo è infatti un ottimo album di vecchio blues, sporcato da cenni hard rock che però non ne guastano mai il mood generale, proprio quella commistione di sonorità di cui Moore era da sempre innamorato. La cosa che più stupisce è la qualità elevatissima di quasi tutti i pezzi dell’opera, dall’avvolgente title track a “Mojo Boogie” passando per la splendida “Holding On” fino all’eccentrica “Umbrella Man”. I passaggi Hendrixiani non si contano, ma il punto più alto dell’album rimane di certo la lunghissima ballad “I Love You More Than You’ll Ever Know”, che mette i brividi dall’inizio alla fine dei suoi dieci minuti abbondanti. Quanto manca a questo mondo di finti rocker.