Zakk Wylde – Book Of Shadows II

Lo ammetto, non credevo possibile che Zakk Wylde sarebbe riuscito a ripetere il miracolo avvenuto nel 1996, ai tempi del proprio album solista di debutto. Invece, un’operazione che sembrava nata solo per rinverdire un po’ il mito del chitarrista americano si è trasformato in uno degli album migliori di questo 2016. Sì perché il buon Zakk non solo è riuscito nuovamente a ricreare quella magia che decretò il successo del primo volume, ma, francamente, è stato persino in grado di superarsi. Già alcuni album recenti dei Black Label Society avevano ricordato a tutti l’amore di Wylde per certe sonorità, ma niente come questo disco era mai riuscito ad omaggiare in questo modo gli idoli della sua gioventù. Neil Young, Lynyrd Skynyrd, Bruce Springsteen, ma anche l’Ozzy più drammatico e malinconico: tutto convive felicemente in Book Of Shadows II. Malinconia è forse il termine che più viene alla mente ripensando alle tracce del disco, anche se il sentimento è sempre accompagnato da una sorta di voglia di non soccombere alle difficoltà della vita. Chi ama Zakk Wylde, troverà in questo disco l’apice della carriera dell’ex chitarrista di Ozzy, chi invece ama solo i suoi episodi più smaccatamente metal, potrà scoprire qualcosa in grado di cambiare per sempre l’immagine che aveva del guitar hero.