Il Tour Maledetto Di Crosby, Stills, Nash & Young

Quando, nell’estate del 1974, Crosby, Stills & Nash annunciarono che avrebbero intrapreso nuovamente un tour americano in compagnia di Neil Young, insieme al quale cinque anni prima avevano composto probabilmente uno dei cinque album più influenti di tutti gli anni sessanta, il loro pubblico perse completamente la testa. Se, al giorno d’oggi, il concetto di reunion è ormai di uso comune, ai tempi la speranza di poter rivedere sullo stesso palco i quattro musicisti pareva pura fantascienza. La notizia fece il giro degli States in pochissime ore, tanto che decine di Volkswagen T2 piene di figli dei fiori partirono lo stesso giorno per Broken Arrow, il ranch di Neil Young nei pressi di Los Angeles dove i quattro si ritrovarono per capire se l’alchimia fosse la stessa dell’ultima volta. I veri e propri concerti all’aria aperta che la band teneva quasi giornalmente non fecero altro che amplificare a dismisura la voglia di rivederli finalmente dal vivo. Quello che in pochi potevano immaginare, tuttavia, era che dal 1970, anno dell’ultima esibizione insieme, le vite dei quattro musicisti fossero cambiate in modo davvero sostanziale: Neil Young, dopo anni di eccessi culminati con la morte del compagno di band Danny Whitten, aveva completamente cambiato stile di vita, mentre, al contrario, i suoi vecchi amici avevano dato il via ad un’escalation di eccessi come poche se n’erano viste nella storia del rock fino a quel momento. Inoltre, se ai tempi i quattro erano sì artisti famosi, ma ancora lontani dall’essere delle leggende, ora chiunque vedeva nella loro reunion la salvezza di un mondo che negli anni precedenti aveva visto morire molte delle sue colonne portanti. Il tutto, inevitabilmente, si trasformò in un incubo. I passaggi da uno stato all’altro d’America comportavano rischi immensi per tutto l’entourage, visto il quantitativo di droghe che la band pretendeva di portare con sé in viaggio: alcuni roadie venivano pagati esclusivamente per svuotare le sigarette dal tabacco e riempirle di marijuana, oltre che riempire di cocaina migliaia di pillole vuote. Una delle frasi che più giravano nel backstage dei concerti era proprio quella che ci fosse più neve durante il loro tour del ’74 che sugli impianti sciistici di Aspen nel pieno della stagione invernale. Nonostante la sera sul palco i quattro suonassero divinamente, mostrando una compattezza impensabile, prima e dopo le esibizioni la situazione era sempre al limite della follia. I quattro in pratica vivevano separati, viaggiando con mezzi propri e senza vedersi quasi mai prima degli show. Nash era così strafatto di coca e quaalude da passare interi pomeriggi in camera a fissare tre televisori accessi su canali differenti, in preda a deliri mistici; Crosby, uno dei party animal più leggendari della mitologia rock, alternava etti di coca e pompini da parte di chiunque gli suonasse il campanello, di qualsiasi sesso, razza o religione, mentre Stills, notoriamente il più incazzoso dei tre, un pomeriggio rapì addirittura Bob Dylan e lo costrinse a suonargli tutto Blonde On Blonde seduto sul letto di un motel, minacciandolo a morte quando questi cambiava un accordo o si dimenticava un verso di una canzone. Già a metà tour, Neil Young pensava di aver commesso uno degli errori più grandi della sua vita. Tuttavia, come spesso accade, quando credi di aver toccato il fondo, inizia la risalita. Volati a Wembley per l’unica data del tour fissata in Europa, il 9 settembre i quattro diedero vita a quello che per tutti i presenti fu il loro più grande concerto di sempre, qualcosa di un’intensità tale da far dimenticare a chi accompagnava la band l’incubo vissuto nei due mesi precedenti. Non soddisfatta della serata, la band decise di regalare un piccolo after show ai fortunati fruitori del Quaglino’s Restaurant di Londra. Pochi minuti dopo il loro arrivo, tre tizzi vestiti da tossici si avvicinarono al piccolo palco sul quale stavano suonando Teach Your Children, classico esempio di buona predica fatta da figuri ai quali nessuno avrebbe avvicinato i propri figli. I tre erano Jimmy Page, Robert Plant e John Bonham, già alticci e desiderosi di mettere a ferro e fuoco il locale insieme ai loro idoli. Quello che Stills aveva definito il Doom Tour, una cosa che avrebbe fatto impallidire persino i Mötley Crüe di The Dirt, si concluse quindi con uno degli avvenimenti più eccitanti dell’intero decennio. Potere del rock ‘n’ roll.