Lydia Lunch & Cypress Grove – Under The Covers

Da sempre, gli album di cover si dividono in due categorie: quelli utili a rimpinguare le casse di grandi band senza più grandi idee e quelli dettati dal cuore, quelli che ci puoi anche rimettere economicamente ma sai che ne uscirai comunque più ricco. Da oggi, possiamo parlare ufficialmente di una terza via: un album di pezzi altrui che fanno schifo a coloro che li registrano. Sì, perché Lydia Lunch ha dichiarato apertamente che Under The Covers è proprio questo, un disco di brani che mai avrebbe cantato in vita sua. Detta così, potrebbe solo far sorridere ed essere vista come una delle tipiche prese di posizione dell’artista, ma c’è di più. In realtà, infatti, Lydia è convinta che molti artisti siano in grado di scrivere pezzi magnifici senza nemmeno rendersene conto. Da qui, l’idea di andarne a recuperare un po’ e farli propri, con la maestria che caratterizza da sempre il lavoro di questo duo nato sotto l’ala e l’amore per Jeffrey Lee Pierce. Al di là del fatto che basterebbero i loro nomi, ormai vero sinonimo di garanzia, per confermare quanto detto sopra, non serve molto a capire che la coppia Lydia Lunch/Cypress Grove sia riuscita ancora una volta a regalarci un album da top five di questo 2017, che ormai volge al termine. Un po’ come avvenuto ogni volta che i due hanno trovato il tempo di mettersi in uno studio di registrazione, d’altra parte. Come sempre, infatti, il duo emoziona e stupisce, ancora di più dopo aver conosciuto le ragioni dietro ad un progetto come questo. Dunque, a Lydia e Cypress Grove fanno davvero così schifo i gruppi presenti nei crediti del disco? Nient’affatto. Alcuni sì, diciamolo, ma in altri casi, vedi alla voce The Spy dei Doors o alla splendida opener Ode To Billy Joe di Bobbie Gentry, l’amore traspare eccome. Le undici perle del disco spaziano senza soluzione di continuità dai Doors, appunto, a Bon Jovi (sì, Bon Jovi), passando per Tom Petty, Elvis Costello e Gregg Allman, toccando i suoi vertici emotivi con Red, White And Pink Slip Blues, Won’t Leave You Alone, oltre alla già citata Ode To Biily Joe. Lunga vita. Ps: una sorta di lugubre maledizione, che confermerebbe la fama di strega di Lydia, sta facendo sì che molti degli artisti coverizzati sull’album passino a miglior vita. Superstizione? Nel dubbio, meglio restare tra i musicisti amati dalla coppia…