Ben Harper Racconta Lifeline

“Lifeline” è il titolo del nuovo album di Ben Harper. Inciso in soli sette giorni a Parigi con i fedeli Innocent Criminals, il disco esce alla fine dell’estenuante tour di promozione di “Both Sides Of The Gun”, uscito solo poco più di un anno fa. L’occasione ci dà la possibilità di incontrare l’artista americano, come di consueto estremamente disponibile, pieno di idee (ammette di scrivere in continuazione),  nonché di un’umiltà davvero rara.

Ben, perché un nuovo album proprio alla fine di un lungo tour?
Ormai siamo ad un punto della carriera in cui riusciamo ad affrontare i tour in modo molto agevole, tanto da essere più in forma quando finiscono di quando hanno inizio.

L’idea di registrare in analogico è stata premeditata o casuale? E’ una presa di posizione contro il digitale e la tecnologia in generale?
No, non la definirei in questo modo. Il fatto è che suona semplicemente meglio in analogico. In questi anni ho acquisito una certa esperienza con entrambe le tecniche di registrazione e ho notato che l’analogico si presta maggiormente all’ascolto prolungato, quindi è perfetto per un album.

E’ passato circa un anno e mezzo dal tuo ultimo album. Le canzoni che compongono Lifeline sono tutte recenti o alcune fanno parte delle session passate?
Scrivo di continuo, senza alcuna interruzione. A casa ed in tour. Un tempo, far uscire un album all’anno era la consuetudine e di certo il valore degli album non risentiva di tale frequenza. Ho intenzione di pubblicare un nuovo album il prossimo anno ed uno quello dopo…Certo il rischio di una certa saturazione esiste, quindi valuterò bene quando rallentare cercando di trovare un certo equilibrio.

Di che tipo di album si tratta? C’è un tema che accomuna le canzoni?
Si tratta di un album acustic – soul e questa è stata l’idea fin dal principio e naturalmente tutte le canzoni sono accomunate dallo stesso mood, che come in ogni album è dovuto a diversi fattori: la fine di un lungo tour, le persone che si frequentano, le emozioni che si provano.

Sono presenti canzoni apertamente politiche, come capitato in passato?
La prima canzone è chiaramente politicizzata, anche se, a differenza del disco precedente, rimane l’unico episodio di questo tipo. Si tratta di un testo molto arrabbiato, ma cantato con estrema calma. Se l’avessero composto i Rage Against The Machine probabilmente suonerebbe in modo diverso, ma il risultato finale non cambierebbe di molto!

Perché hai scelto Parigi per registrare l’album?
Perché voi avete vinto i mondiali e qualcuno doveva pur consolare i francesi (ride n.d.r.).

Pensi in futuro di aiutare ancora qualche gruppo ad uscire dai propri confini, come hai fatto con i Blind Boys Of Alabama?
Devo dire che in questo caso l’aiuto è stato assolutamente reciproco, dato che i Blind Boys mi hanno permesso di entrare nel loro mondo, legittimando in questo modo la mia appartenenza ad un certo tipo di musica. Sono stati loro a chiamarmi, io non avrei mai avuto la sfacciataggine di contattarli, non riuscirei mai a farlo con i miei idoli. Da questo punto di vista sono ancora molto fan e spero di rimanerlo sempre, così da non perdere mai la concezione di chi sono e da dove provengo. Certo è che in casi come questo, la professionalità è d’obbligo, per non sembrare poco seri a chi ti contatta. Anche la collaborazione con John Paul Jones avvenne in questo modo, fu lui a chiamarmi; oltretutto quando mi chiamò ero così occupato ad allestire una partita di calcetto per i miei figli, che l’ho fatto chiamare due volte a vuoto, che ingrato!

Presenterete dal vivo il nuovo album?
Certamente, solo che lo faremo in luoghi più intimi, come i teatri, che si addicono maggiormente allo spirito dell’album.

Una sorta di misticismo pervade ogni tua canzone, al di là delle tematiche che affronta e penso che questa sia uno degli enormi meriti della tua produzione.
Ti ringrazio infinitamente, ad un complimento del genere non so davvero cosa rispondere, se non continuare a ringraziarti all’infinito…

Se dovessi paragonare la tua musica ad un piatto e ad un’opera d’arte, quali sceglieresti?
Bella domanda! Vediamo, vediamo…un piatto..(arriva un suggerimento da qualcuno che conosce n.d.r.)…direi un cannolo! Se invece vi dicessi l’opera d’arte pensereste che mi sopravvaluto enormemente (altra grande risata n.d.r.)!
Ringrazio tutti voi per la grande disponibilità ed il tempo che mi avete concesso. Spero di rivedervi al più presto!