Blackmore’s Night: Parla Ritchie

Personaggio schivo al limite della paranoia, Ritchie Blackmore continua imperterrito a comporre musica lontana anni luce da quella che lo rese celebre per due decenni. In compagnia della moglie Candice ha appena dato alla luce il nuovo capitolo della saga Blackmore’s Night. Eccolo raccontato dalle loro parole.

Cosa potete dirci riguardo al processo di composizione e di registrazione del vostro nuovo album “Autumn Sky”? Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del disco?

Richie Blackmore: “Un anno e qualcosa, diciamo quattordici mesi più o meno.  E’ stato un susseguirsi d’eventi molto naturale, mi capita spesso di sedermi in giro per casa con una chitarra e chiedere a Candice di cantare qualcosa su ciò che suono. Se sentiamo che c’è del potenziale in quanto viene fuori, allora passiamo al livello successivo e Candice scriverà un testo. Non registriamo mai delle demo, anche se dovremmo farlo: a me piace vivere il momento in cui creiamo musica e non sapere come verrà fuori alla fine, tuttavia se il pezzo poi non funziona significa aver perso magari una settimana su un brano inutile…”
Candice Night: “A dire la verità non sono stati quattordici mesi di fila: abbiamo fatto un tour durante le registrazioni e ci siamo presi delle pause durante il processo di registrazione. Ora crediamo funzioni meglio registrare alcuni pezzi, non ascoltarle per un po’ e riprenderle in mano qualche mese dopo con la mente sgombra per apportare le modifiche necessarie.”

Quali particolari rendono “Autumn Sky” diverso dai dischi precedent? Qual è il vostro pezzo preferito del nuovo album?
R.B.: “Mi piacciono tutti i brani in diversi momenti, devo però ammettere che “Barbara Allen” mi fa venire la pelle d’oca ogni volta
C.N.: “Se devo fare dei titoli per forza direi che “Darkness” attualmente è in cima alla mia lista di canzoni preferite. Tuttavia anche “Strawberry Girl”, che è nata grazie all’ispirazione dataci dalla nostra bambina, e “Believe In Me” sono sul podio. È difficile sceglierne una sola in queste tre.”

Abbiamo apprezzato molto “Journeyman (Vandraren)”: qual è il tema attorno a cui ruota il pezzo? Abbiamo letto nelle note di commento per la stampa che Candice era incinta durante le registrazioni…come sei riuscita a gestire la gravidanza e il processo d’incisione del nuovo disco?
R.B.: “Sono stato ispirato a scrivere quando ho sentito la melodia di Nordman su Youtube. Mi è piaciuta subito la linea melodica e mi ha affascinato la strumentazione che è stata usata così come l’arrangiamento. Abbiamo iniziato a provarla quasi per caso e la reazione di chi l’ascoltava era sempre ottima, quindi abbiamo deciso di farla diventare una canzone dei Blackmore’s Night con un testo e un po’ di chitarra elettrica…”
C.N.: “Sono stata fortunata nell’avere una gravidanza facile, sono ingrassata appena di una decina di chili ed ero al pieno delle mie forze. La sfida che mi si è presentata al nono mese di gravidanza è stata molto impegnativa: Ritchie e il produttore volevano che suonassi all’inizio di “Journeyman” un ensemble di strumenti a fiato di nove pezzi, di cui alcuni erano più lunghi di una mia gamba! Non mi sono tirata indietro perché amo le sfide, ora a ripensarci mi sento orgogliosa di quanto sono stata capace di fare. Non avevo molto fiato visto che ero al termine della gravidanza ma tuttavia credo sia venuto molto bene! Inoltre credo che la gravidanza abbia aumentato la mia gamma vocale, infatti su “Darkness” riesco a cantare sia parti altissime sia bassissime, mi sono divertita infatti a usare la mia voce in modi diversi dal solito!”

Ripensando a “Shadow Of The Moon” quanto vi sentite cambiati come musicisti da allora? Pensavate con quel primo disco di raggiungere il successo che avete ottenuto negli anni successivi?
R.B.: “Non penso abbiamo raggiunto poi un grande successo, a dire il vero non avevamo nemmeno questo obiettivo! La nostra non è la musica che passa in radio e questo è esattamente ciò che volevamo. Non piace andare per troppo tempo in tour, adoro suonare musica per la gente che ci viene a vedere ma non amo viaggiare troppo. In questo modo inoltre non dobbiamo perder tempo a girare video musicali stupidi.”
C.N.: “Per quanto mi riguarda mi sento molto cambiata. Su “Shadow” ero al mio primo disco ed ero una novellina. Ora mi sento più sicura e cerco di espandere il mio range vocale anno dopo anno e tour dopo tour. Ora suono molti strumenti a fiato rispetto agli inizi e sono più versatile anche dal vivo. Tuttavia le canzoni sono rimaste ottime sin dall’inizio, disco dopo disco sento di imparare sempre più cose.”

Parlando di carriera, c’è mai stato un momento particolare che potete identificare come il momento più basso della vostra carriera come musicisti? E ovviamente un altro che potete definire quello migliore?
R.B.: “Ora come ora sono talmente coinvolto e appagato dalla musica che suono, che questo è il mio punto più alto. Ovviamente trent’anni fa ho avuto altri punti alti, diversi da questo. Aver a che fare con certe persone del music business invece può essere un punto basso. Sfortutamente fare musica attrae molti individui che vogliono approfittarsi di te e cercare di rubare quella che è la tua arte. Bisogna essere sempre all’erta sotto questo punto di vista. Sono fortunato al momento ad avere un management onesto e sono stato altrettanto fortunato ad avere avuto i soldi indietro dagli altri management con cui ho avuto a che fare. Non sono nel music business per fare soldi, ma ho un problema con quelli che cercano di rubarmeli.
C.N.: “Oltre a quelle persone che cercano di fregarti in ogni modo interne all’industria musicale, non ho alcun basso punto da segnalare. Ogni cd, canzone, concerto e ogni lettera dei fans che riceviamo è per me un punto altissimo.”

Avete ancora qualche sogno da realizzare? Avete inciso molti dischi, fatto molti concerti, cosa vi manca ancora? Qual è il vostro prossimo obiettivo artistico per la vostra carriera?
R.B.: “Cercare di migliorare”.
C.N.: “Mi sento tremendamente fortunata a poter fare ciò che amo per vivere. Vedere posti stupendi, incontrare amici e fans durante i tour, toccare nel profondo chi ascolta la nostra musica ed essere capaci di creare ciò che condividiamo ogni giorno…questo è un sogno diventato realtà. Mi auguro di continuare ancora per molti anni…”