Album Da Riscoprire: Rainbow – Down To Earth

Chi è ancora convinto che i Rainbow senza Ronnie James Dio abbiano fatto solo album minori, dovrebbe mettere da parte i pregiudizi e cogliere l’occasione per andarsi a riascoltare “Down To Earth”, uno dei capolavori poco ricordati della band di Ritchie Blackmore. La voglia di vendere anche negli USA spinse il buon Blackmore ad alleggerire un po’ il suo classico sound, ma sarebbe stupido scartare a priori un prodotto che al suo interno regala più di una sorpresa, oltre ad una manciata di pezzi che sono diventati dei classici assoluti del rock. Ma al di là delle ormai classicissime “All Night Long” e “Since You Been Gone” (uno dei riff più celebri degli anni ’80), sono diverse le perle che si celano tra i solchi di quest’album: innanzitutto “Eyes Of The World”, che col pop radiofonico aveva davvero poco che spartire, o “Danger Zone” che dimostrava che il rincoglionimento medievale di Richie era ancora ben lontano al momento dell’uscita del disco. Anche il succosissimo disco di bonus allegato alla versione deluxe uscita pochi anni fa dona qualche emozione, con due bonus track e con strumentali dei brani stessi che fanno comprendere meglio come quelle canzoni vennero alla luce. Emoziona, in particolare, risentire il mai dimenticato Cozy Powell picchiare come un forsennato sulle pelli. Va detto, infine, che la produzione e il songwriting di un fuoriclasse come Roger Glover rimangono un altro segreto del quarto album dei Rainbow. Solo due i rimpianti una volta terminato l’ascolto: il primo, che dura ormai da troppi anni, è sapere dove sia finito il chitarrista ispirato che ha regalato così tanto a tutti gli amanti del genere; il secondo, invece, riguarda il grande Graham Bonnet, splendida voce hard rock, immolata per il fatto di non essere in linea con lo stesso Blackmore (che caso!) e cacciato come l’ultimo dei cretini. Peccato, perché Bonnet aveva le carte in regola per essere un degnissimo successore di Ronnie.