Elton John – Wonderful Crazy Night

Lasciando da parte definitivamente la sterile polemica seguita alla partecipazione di Elton John a Sanremo, riportiamo tutto a quello che più conta: la sua musica. Nonostante una serie di album gradevoli, l’ultimo decennio di Sir Elton sembrava quello di un artista ormai sazio, senza più quello spunto che potesse rendere un suo disco qualcosa di davvero memorabile. Capiamoci, Elton il pezzone è quasi sempre riuscito a tirarlo fuori (mi viene in mente I Want Love, per esempio), ma un album intero di livello era davvero da un po’ che non si ascoltava. Ebbene, Wonderful Crazy Night è quanto di meglio potesse regalarci oggi l’autore di Your Song. Innanzitutto, la copertina: per quelli senza senso dell’umorismo, senza dubbio la cosa più brutta apparsa in musica, per chi riesce a comprendere il personaggio, invece, qualcosa di geniale. Chi può permettersi una foto con quel sorriso ebete, con tanto di spazio vuoto tra i denti, davanti ad una parete dipinta a caso? Probabilmente solo lui. Ma la differenza, evidentemente, la fa la musica: “Era una vita che non mi divertivo in questo modo” – ha confessato il musicista – “Sto benissimo e non scrivevo musica in questo modo da decenni, per quello tutti mi dicono che il disco ricordi le mie cose vecchie”. Che non siano le classiche parole di circostanza lo dimostra proprio la serie di pezzi da novanta di cui è composto Wonderful Crazy Night: dieci pezzi per quaranta minuti di musica che scorre liscia come non accadeva davvero da una vita. La title track è un classico, così come la seconda In The Name Of You, puro Elton John d’annata. Blue Wonderful, ammirata sul palco dell’Ariston pochi giorni fa entra in testa immediatamente per poi non lasciarti più e l’ultima, splendida, The Open Chord non è messa lì a caso: come a dire che nemmeno in chiusura c’è spazio per riempitivi scartati da album precedenti. Finalmente, vien da dire. Bentornato.

Ps: quello a cui Carlo Conti ha detto: “so che ti piacciono i fiori” è semplicemente uno dei più grandi performer di sempre, uno con cui, per dire, John Lennon ha suonato per l’ultima volta dal vivo dopo aver perso una scommessa. E un padre felice.