Naturalmente Pianoforte: Grande Successo Per Il Festival Di Pratovecchio

Il termine estate, in genere, fa rima con musica rock. Chitarre distorte, amplificatori e batterie con doppia cassa diventano quindi il leitmotiv della stagione concertistica italiana, a partire da maggio fino ad arrivare a settembre inoltrato. A Pratovecchio Stia, provincia di Arezzo, invece, da tre anni, la fine di luglio si tinge per quattro giorni del bianco e del nero dei tasti di un pianoforte. Naturalmente Pianoforte, anche quest’anno, ha dimostrato come il nostro paese sia ricco non solo di talenti, ma anche della voglia di assistere a spettacoli che, in contesti suggestivi come quelli della cittadina in provincia di Arezzo, assumono un fascino ancora maggiore. Anche in questa edizione il pianoforte è stato per quattro giorni il punto di osservazione da cui raccontare la musica e sviluppare un progetto di socialità e comunicazione. Il comune di Pratovecchio Stia, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna – inteso come cuore del Casentino e centro di bellezze naturali, storiche ed enogastronomiche – hanno confermato ancora una volta la loro attitudine di luogo dedito all’ospitalità e all’incontro, crocevia di artisti, appassionati e semplici curiosi del turismo culturale. Tra le performance di maggior prestigio, sicuramente quelle di Sasha Pushkin, Rachele Bastreghi, Vittorio Cosma, Wim Mertens e Alice e Michele Fedrigotti, che hanno chiuso una delle edizioni di maggior successo dall’anno di partenza della kermesse. Fiore all’occhiello della quattro giorni, l’esclusivo concerto di Morgan che, accompagnato da Megahertz, ha dato vita ad un folle spettacolo intitolato enfaticamente “Il Classico Morgan”, in cui l’estroso leader dei Bluvertigo ha dato sfoggio di tutta la sua cultura musicale, dimostrando ancora una volta di essere uno dei maggiori talenti musicali del nostro panorama nazionale. In apertura, una delle sorprese più belle della manifestazione: la giovane pianista Giulia Mazzoni, di cui sentiremo sicuramente parlare nei prossimi anni. Il successo della manifestazione è stato confermato dal direttore Enzo Gentile: “Un esito oltre le migliori aspettative, con risultati artistici che hanno soddisfatto il pubblico e gli artisti per il modo in cui siamo riusciti ad esplorare e rappresentare l’universo del pianoforte. Abbiamo iniziato e chiuso con due performance di pianoforte solo, in mezzo, in quattro giorni densissimi, le diverse anime e forme espressive, che hanno consentito di conoscere artisti nuovi o attraverso diverse proposte ed esperienze. È soprattutto, però, il clima che si è realizzato tra i partecipanti tutti, in relazione all’ ambiente e al territorio ad aver confermato la bontà delle scelte e delle idee: un patrimonio che dovremo curare al meglio in vista delle iniziative future”. Particolarmente riuscito anche il progetto “Piano Academy”, diretto dal pianista e compositore Mario Mariani: un percorso formativo articolato in 3 workshop (pianoforte classico, moderno e jazz e free improvisation) suddiviso in 3 giorni e che ha dato l’opportunità ai 35 giovani pianisti italiani e internazionali selezionati di esibirsi nelle postazioni previste dall’organizzazione nelle vie e nelle piazze del paese, di fronte a un pubblico numeroso, vasto ed eterogeneo, contribuendo così attivamente allo svolgimento della manifestazione stessa. In un momento storico drammatico come quello che stiamo vivendo, anche la locandina del festival, creata per l’occasione da Luca Carboni, ha assunto un significato molto particolare, come ha tenuto a sottolineare lo stesso cantautore bolognese: “Nel pensare un’immagine che potesse rappresentare il festival mi è piaciuta un’idea di pianoforte a coda, stilizzato, che si trasforma in un volto femminile, con rimandi a un velo, a sembianze che possano richiamare il mondo arabo. A me piace giocare sui contrasti, e spesso nelle mie opere figurative cerco di inserire elementi socio-politici o filosofici, che consentano anche a chi osserva di sviluppare una propria prospettiva”. Come a sottolineare che la musica non debba perdere quella forte connotazione sociale che da sempre ne rappresenta uno degli aspetti più affascinanti.