Dandy: Il Toccante Omaggio di Ian Hunter A David Bowie

A poco meno di sette mesi dalla scomparsa, giunge forse l’omaggio più emozionante sentito fino ad oggi nei confronti di David Bowie. L’autore è di quelli autorevoli, un artista la cui carriera è stata indissolubilmente legata a quello dell’autore di Heroes fin dagli inizi degli anni settanta e che fino ad oggi si era “limitato” ad un semplice messaggio sulla sua bacheca di facebook, postato poche ore dopo la morte dell’amico. Stiamo parlando di Ian Hunter, la cui vita artistica sarebbe stata molto diversa se Bowie non si fosse innamorato così tanto della musica dei Mott The Hoople da donargli uno dei suoi capolavori assoluti: All The Young Dudes. La band, che fino ad allora aveva messo a ferro e fuoco l’Inghilterra, ma che ancora faticava a vendere dischi, era ormai sciolta da qualche settimana e in pratica si riformò per suonare il brano che li avrebbe proiettati nell’olimpo della musica rock mondiale. Ma c’è di più. Quando David decise di cambiare band, dando il benservito a Mick Ronson e agli Spiders From Mars, Hunter pensò bene che Ronno fosse perfetto per rimpiazzare Mick Ralphs che se n’era andato pochi mesi prima per formare i Bad Company insieme a Paul Rodgers. Detto e fatto, Ronson entrò nella band dopo la registrazione dello splendido The Hoople e in tempo per suonare nell’inno Saturday Gigs, probabilmente l’ultimo capolavoro del gruppo. Quando Ian Hunter venne ricoverato a causa dello stress accumulato, decise che il suo tempo con i Mott fosse concluso, ma prima di andarsene pensò bene di portarsi via uno dei chitarristi più influenti che il decennio avesse conosciuto. Da lì in avanti, il suono di Ronson, che fino a pochi mesi prima era sempre stato identificato con la musica di Bowie, diventò il suono di Ian Hunter, con cui dividerà successi e cadute fino al giorno della morte. Pochi mesi prima della scomparsa, i tre amici si ritrovarono sul palco di Wembley per omaggiare Freddie Mercury proprio con una versione di All The Young Dudes che resta uno dei momenti più toccanti della storia della musica popolare. Oggi che è rimasto l’unico sopravvissuto dei tre, il vecchio leone inglese con il brano Dandy riesce nell’impresa di rendere omaggio non solo a Bowie, ma ad un intero periodo storico. Senza essere patetico e riversando nelle note del testo tutto l’amore e la riconoscenza nei confronti del Duca Bianco, Hunter omaggia allo stesso tempo anche Ronson, citandolo in una strofa e riempiendo la canzone di armonie che ne avrebbero messo in risalto lo stile chitarristico unico. Non è semplice mettere in musica sentimenti di questo tipo senza scadere nella retorica più becera: Dandy dimostra che si può essere influenti anche quarant’anni dopo quello che tutti ritengono essere stato il tuo zenith artistico assoluto.