Perché Andare A Vedere I Dire Straits Legacy

Ha senso andare a vedere una band che ripropone classici senza tempo di un’altra band? I Dire Straits Legacy, progetto che vede coinvolti alcuni dei musicisti che, negli anni, hanno fatto parte del gruppo capitanato da Mark Knopfler accompagnati da una serie di compagni da brividi, dimostrano che non solo abbia senso, ma faccia anche molto bene al cuore. Di per sé, il successo che da anni accompagna il gruppo (tour sold out da una parte all’altra del mondo) potrebbe bastare a placare i detrattori, ma è solo assistendo ad un loro show che anche gli ultimi dubbi a riguardo scivolano via con la stessa velocità con cui si erano presentati. Provate a pensare a quante altre band al mondo possono contare su una formazione di questo tipo. No, non ne troverete molte. Vedere sullo stesso palco gente come Alan Clark, Phil Palmer, Steve Ferrone e Trevor Horn mette i brividi ancor prima che inizino a suonare, tale e tanta è la storia del rock che si portano sulle spalle. E credetemi, non è solo questione di nostalgia, altrimenti tanto varrebbe stare a casa a guardare un vecchio concerto dei Dire Straits (così nessuno potrebbe lamentarsi nemmeno del fatto che non ci sia Knopfler). La verità è che questa superband suona a meraviglia e non era assolutamente scontato che ciò accadesse: dalla nascita del progetto, infatti, la formazione è cambiata più volte, col rischio che si andasse a perdere quell’amalgama fondamentale per un gruppo formato sì da musicisti eccezionali, ma che in alcuni casi non avevano mai condiviso lo stesso palco. La sensazione è che ora i DSL abbiano davvero trovato la line up definitiva e dal vivo la cosa è chiarissima. Anche il nostro paese, per altro, ha mostrato nuovamente di aver compreso appieno la finalità del progetto, nonostante certa stampa di settore continui a guardare con diffidenza un gruppo nato esclusivamente dalla voglia di divertirsi e di riportare in giro una manciata di canzoni che, se aspettassimo davvero il buon Mark, non riascolteremmo mai più. O magari potremmo anche ascoltarle, ma sicuramente non da alcuni dei musicisti che hanno contribuito a renderle ciò che oggi sono per tutti. Quindi, se possiamo andare a vedere band come i Thin Lizzy senza nemmeno più un membro originale, se possiamo considerare gli Alice In Chains ancora un gruppo mostruoso senza Layne Staley o se i Queen senza Freddie Mercury sono ancora capaci di rimpire le arene di mezzo mondo, perché non dare più di una chance a questo gruppo di musicisti pazzeschi? Se non l’avete fatto, in questi giorni potreste colmare la vostra lacuna in una delle date di questo mini tour italiano:

23.11 – GRAN TEATRO MORATO – BRESCIA

24.11 – OBIHALL – FIRENZE

26.11 – TEATRO GOLDEN – PALERMO

27.11 – TEATRO METROPOLITAN – CATANIA

29.11 – TEATRO TEAM – BARI

03.12 – TEATRO SISTINA – ROMA

05.12 – TEATRO EUROPAUDITORIUM – BOLOGNA