Paul Stanley: Oltre I Kiss Con Now And Then

Potreste mai immaginare lo Starchild Paul Stanley, anima dei Kiss insieme a Gene Simmons, cantare grandi pezzi della Motown? Be’, fatevene una ragione, perché è andata proprio così. In fondo, associare Stanley a un cambiamento di questo tipo, al contrario di quanto si possa pensare, non è stato difficile. Nonostante un”immagine portata avanti per quasi cinquant’anni con i Kiss (che se ami il rock non puoi non amare), Paul ha infatti dimostrato di potersi spingere verso nuovi territori musicali con estrema facilità. Non tanto perché l’impresa sia eccezionale, o perché uno del suo calibro non potesse arrivarci, ma a sbalordire è il modo in cui lo fa.

Cantare la Motown e la sua gloria: è quella la vera impresa. Farla propria e buttarci l’anima come solo i suoi maggiori interpreti sono riusciti a fare, non è cosa da poco. Forse perchè di anima devi averne). E pure tanta. 

Ecco allora Il nostro Paul accingersi a interpretare pezzi che sono stati altrettanto storia. Un ritorno al passato e un tuffo nel tempo di chi quella musica, come lui, l’ha ascoltata e vissuta. Stanley dice che Now and Then, così come le canzoni che ascoltava da ragazzino nelle radio del Queens, è gioia pura, qualcosa di positivo. Un omaggio al concerto di Otis Redding a Central Park visto all’età di 15 o 16 anni, un evento capace di cambiare per sempre la sua vita. O, ancora, Solomon Burke, quando ancora era Brother Solomon Burke. La musica, qualunque essa sia, che ti cambia la vita: come ascoltare Beethoven, Puccini o vedere al Gaslight, nel Village, Dave Van Ronk o gli Yardbirds con Jimmy Page. È sempre la stessa cosa.

I Soul Station, composti da ben undici elementi, iniziano già dal settembre 2015 come gruppo di cover di brani soul e rhythm&blues. Tra i componenti della formazione figurano il batterista dei Kiss, Eric Singer – voluto da Stanley, per la sua ampia sensibilità musicale – e alle tastiere Alex Alessandroni. Da questo incontro decisamente eterogeneo nasce così il desiderio di realizzare un album di 14 brani, Now and Then: otto cover e cinque pezzi scritti e arrangiati dallo stesso Stanley. 

Grandi interpretazioni: dai i Five Stairsteps di O-o-h Child (1970), passando per gli Spinners di Could It Be I’m Falling In Love (1972), i Miracles di Smokey Robinson di The Tracks Of My Tears e Ooo Baby Baby (entrambe del 1965), i Temptations di Just My Imagination (Running Away With Me) (1971), Al Green di Let’s Stay Together (1972), gli Stylistics di You Are Everything (1971) e i Delfonics di La-La – Means I Love You (1968).

Una voce che interpreta magistralmente colonne portanti della musica black, con rispetto e soprattutto mettendoci tutta la passione di un progetto come questo. A completare l’album i nuovi pezzi, che non hanno niente da invidiare ai brani black originali. I tempi storici si amalgamano e perdiamo il senso di quello che alcuni brani sono stati e ciò che è stato nel presente realizzato dallo stesso Stanley, scritti, arrangiati e orchestrati da lui stesso. Questo è forse il più grande punto di forza dell’intera operazione. 

E in fondo, come dice lui, non è una questione di differenza di generi musicali: perché cantare è cantare. Guardare i Soul Station e ascoltarli nelle loro interpretazioni con passione e divertimento puro è davvero contagioso, e alla fine, non potrete non amarli. Proprio come i Kiss.