Deep Purple: Roger Glover si racconta

Il prossimo 18 luglio i Deep Purple torneranno nel nostro paese per quello che si preannuncia come uno dei concerti dell’estate 2011. L’Arena di Verona è pronta ad ospitare una serata che difficilmente sarà dimenticata da tutti gli amanti dell’hard rock. Abbiamo avuto la fortuna di parlare con lo storico bassista della band, Roger Glover, per sentire le sue emozioni a riguardo…

Ciao Roger! Perché avete deciso di riproporre proprio ora il tour con l’orchestra?
Qualche mese fa stavamo facendo una jam session e mi è venuto in mente che erano passati dieci anni dall’ultima volta che avevamo portato in giro quel tour. Così ci siamo detti: “Alcuni dei nostri fan non hanno nemmeno potuto assistere all’evento perché troppo giovani”. Sai la nostra fortuna è che possiamo ancora pianificare qualcosa pensando alla tenera età di chi ci viene a vedere e non solo delle norme per gli anziani (ride).

Non è la prima volta che suonate all’Arena di Verona, non capita a molte band hard rock di “violare” un palco così prestigioso!
No, infatti. Mi ricordo che qualche anno fa ci suonarono i Kiss e ne rimasero sconvolti. Penso di non aver mai visto un colpo d’occhio di quel tipo. Inoltre è stupefacente rendersi conto dell’acustica del luogo e pensare a quanti secoli prima risale la sua costruzione. Devo dire che da questo punto di vista il vostro paese è davvero unico al mondo: penso a Pistoia, Firenze, Roma e altre mille città di cui non ricordo il nome, tutte incredibili a livello architettonico.

Di solito sono frasi di circostanza, ma visto il numero di date che avete suonato nel nostro paese, ti credo!
Penso che siate il paese dove abbiamo suonato di più negli ultimi anni (ride)! Adoriamo il vostro paese, ma è chiaro che abbiamo anche una fan base enorme, altrimenti verremmo solo in vacanza e non a suonare (ride)…dovremmo registraci un live prima o poi!

Sarebbe fantastico! Per voi l’aspetto live è sempre stato importantissimo. Oggi lo è nella stessa misura o è cambiata un po’ la vostra concezione di live show?
Non è cambiata assolutamente, anzi paradossalmente oggi i live sono ancora più importanti di un tempo. Oggi i dischi purtroppo vendono cifre che, paragonate anche solo a quindici anni fa, fanno ridere e quindi puoi capire che fare concerti è fondamentale. Per chi come noi ha sempre basato il proprio successo sulle improvvisazioni e sugli stravolgimenti live dei nostri brani, il cambiamento è stato comunque meno doloroso…

Hai parlato di dischi in studio e della difficoltà odierna nel promuoverli. State comunque registrando qualcosa di nuovo?
I vostri fan hanno atteso anche troppo!  Sì, come sai non ci siamo mai fermati neanche in momenti di crisi come questo. Per noi è naturale scrivere nuovi pezzi, non lo facciamo solo per soldi, altrimenti avremmo potuto smettere da tempo. Sì, stiamo componendo nuove canzoni, penso usciranno nel 2012. Prima forse uscirà il mio nuovo lavoro solista: non aspettatevi delle canzoni simili al sound dei Deep Purple, altrimenti le avrei usate per la band! Non sarà un album strumentale, ma toccherà altri territori sonori.

Componete sempre nello stesso modo o negli anni qualcosa è cambiato?
Sostanzialmente abbiamo sempre composto nello stesso modo. Ci troviamo tutti insieme in studio e iniziamo a jammare in libertà…dal processo nasce regolarmente qualche melodia che stuzzica la fantasia di qualcuno di noi che ci aggiunge qualcosa e piano piano nasce un pezzo. Non siamo un gruppo in cui i componenti si trovano in studio solo dopo aver trovato qualche singola idea. Nasce tutto spontaneamente. Di sicuro in tour non abbiamo mai scritto nuovi pezzi, siamo troppo concentrati su altre cose.

Avete mai pensato ad un concerto con tutti i componenti dei vari Mark dei Deep Purple? Sarebbe il concerto del secolo!
No, amico, sarebbe la battaglia del secolo!! Nella vita può davvero succedere di tutto, quindi non posso dirti che ciò non avverrà mai…Allo stesso tempo mi sembra però ingiusto illudere chi ha amato il nostro gruppo in tutte le sue formazioni, quindi ti confesso che credo sia davvero impossibile. Ma tu ci crederesti mai? Dimmi la verità (ride).

Tu sei anche un rinomato produttore (Rainbow, Judas Priest, Deep Purple ndr). Stai lavorando a qualcosa in questo momento?
Ho un po’ di richieste da parte di alcune band, anche giovani. Però in questo momento mi sto dedicando solo al mio progetto o non riuscirò mai a finirlo!

C’è un brano dei Deep Purple che preferisci suonare dal vivo? E qual è il vostro album che preferisci?
Be’ è come chiedere ad un genitore di scegliere uno dei figli! Non si può! Però ci proverò lo stesso: adoro suonare “Lazy”, se dovessero chiedermi di non suonarla una sera farei molta fatica. Però penso la stessa cosa di “Perfect Strangers”, ogni sera mi mette i brividi. Per quanto concerne gli album, non ho dubbi: “In Rock”! Anche se forse quello che ho ascoltato di più in assoluto è “Made In Japan”, che è quello che ci ha fatto davvero spiccare il volo.

Ami ancora la musica anche suoni?
Amo la musica in tutte le sue sfaccettature. E’ diversa la musica dei Deep Purple da quella degli U2 o dai Muse? Non credo. Le etichette mi hanno sempre fatto imbestialire tantissimo e non mi sono mai considerato un musicista hard rock o chissà cosa. Sono un bassista, ho sempre cercato di essere onesto con me stesso e con i miei fan e questo mi fa avere lo stesso entusiasmo di quando ho iniziato.