Intervista Eagles Of Death Metal

Non sono bastati sette anni di silenzio per togliere il buonumore e il sarcasmo a Jesse Hughes e Josh Homme, come dimostrano bene tutte le undici tracce del nuovo Zip Down. Chi li ha visti suonare dal vivo, poi, sa bene quanto questa band vada presa sul serio. Il baffuto cantante ce ne spiega i motivi…

Iniziavamo a pensare che il progetto Eagles Of Death Metal fosse definitivamente tramontato. Per lo meno in studio…

E invece siamo riusciti a fottervi anche questa volta (ride, ndr). Sai, non ho mai pensato che questa band potesse essere un capriccio di una star annoiata o qualcosa del genere, ma l’ho sempre vissuto come qualcosa da godermi fino a quando ci sarebbe stato. Ci sono momenti più favorevoli a qualcosa ed altri meno, se ci pensi va così anche la vita. Non sempre i desideri di qualcuno combaciano con quelli delle persone con cui condividi un progetto, ma molto più semplicemente molte volte in cui questi coincidono, non ci sono i tempi per portarle a termine. Lavorare con Josh è una fortuna per la quale non smetterò mai di ringraziare il fato: sostanzialmente siamo due coglioni, con lo stesso senso dell’umorismo. Solo che uno dei due ha qualche impegno in più (ride, ndr).”

In effetti anche dal vivo sono più le volte in cui Josh non è presente, ma questo tutto sommato sembra non interessare così tanto alla gente. Non credi?

Sai, credo che inizialmente la gente vedesse questo gruppo come qualcosa di stravagante uscita dalla mente di una rockstar annoiata e desiderosa di dimostrare qualcosa ad un certo tipo di pubblico, che magari lo vedeva ormai come un divo senza più stimoli. Col tempo hanno capito che, non solo questa descrizione è quanto di più lontano da Josh, ma soprattutto che non si trattava di una cosa fatta tanto per farla. Ormai la gente ci viene a vedere a prescindere dal fatto che sia stata creata da me insieme al leader dei Queens Of The Stone Age, non gliene frega davvero più niente. Quando lui però riesce a raggiungerci, si crea un’energia che non si può spiegare, come quella tra due fratelli che abitano in due zone lontanissime del mondo e si rivedono a Natale dopo un anno. E tutto torna come l’ultima volta.”

Anche per quanto riguarda la composizione dei brani avviene più o meno la stessa cosa?

Assolutamente sì. Come ti dicevo prima, siamo due grandi cazzoni che si divertono a giocare con i testi e a creare brani che siano immediatamente riconducibili a noi. Credo che il nostro vero segreto sia quello di non essersi mai presi troppo sul serio: esistono momenti per tutto, anche nella musica. Credo che spesso si perda di vista il fatto che sia necessario anche divertirsi, perché troppo spesso finiamo per credere che se lo facciamo stiamo commettendo qualche tipo di reato. Amo moltissimo la musica impegnata e non passo le mie giornate a parlare solo di birra e figa, ma sto sempre molto attento a dedicare parte della giornata a farlo. Il rischio, altrimenti, è di far diventare la vita davvero molto noiosa. E bada bene, non significa non prendere sul serio quello che faccio: basta venire a vederci una volta dal vivo per comprendere quello che dico.”

Per descrivere l’album hai usato paragoni importanti: Brad Pitt che incontra Antonio Banderas, John Holmes ma con un cazzo più grosso e molti altri. Dove finisce la finzione e inizia la realtà?

Quella di John Holmes è la mia preferita (ride, ndr). È incredibile che una marea di gente non l’abbia mai sentito nominare: il cazzo più lungo della storia del cinema porno, non so se mi spiego! Ad ogni modo, sì, se fosse un attore porno gli toglierebbe di certo il primato. Diciamo che amo provocare chi mi fa certe domande e gioco un po’ col cliché delle interviste sui nuovi album, mi diverte moltissimo la cosa. Quello che ti posso dire è che non credo fossimo fatti per pubblicare un disco ogni anno o due, anche se per qualche tempo l’abbiamo anche fatto. Ormai, pubblicare un disco non costa più decine di migliaia di dollari, ma allo stesso tempo anche i guadagni sono ridotti completamente all’osso, quindi credo che l’indipendenza sia l’unica cosa da perseguire. Forse la presenza di Josh in questo senso mi aiuta: difficile rifiutare qualcosa scritta insieme a lui.”

Quindi non dobbiamo aspettarci un successore a breve…

Diciamo che il mio partner ha giusto un paio di impegni (ride, ndr). A parte gli scherzi, se dal vivo possiamo suonare senza di lui, non potrei mai mettermi a comporre un album senza il suo apporto, o quantomeno non potrei farlo uscire con questo moniker. Ora ci aspettano così tante date in giro per il mondo che alla fine credo che la gente per altri sei o sette anni ne avrà così le palle piene da non chiederci più dischi per lungo tempo!”