La Guerra Infinita Tra Axl E Kurt

Pensare oggi alle diatribe tra Nirvana e Guns ‘N’ Roses fa un po’ sorridere: non tanto per la futilità degli argomenti oggetto dei litigi, ma perché oggi in ambito rock mainstream ben poco di quel clima è riuscito davvero a sopravvivere. Insomma, se oggi la componente di pericolosità del rock ‘n’ roll è giunta forse ai minimi storici, nel 1992 le cose stavano in modo leggermente diverso. Ai tempi, per una parte di mondo, i Guns ‘N’ Roses erano la più grande rock band del pianeta. Per tutti gli altri, quel ruolo era strettamente nelle mani dei Nirvana. Inevitabile che i destini dei due gruppi, in un modo o nell’altro, venissero a contatto. I frontman delle due band, all’apparenza, erano poi quanto di più dissimile uno dall’altro: Axl Rose appariva come un teppista sempre pronto ad attacar briga, sessista, omofobo e con una propensione spiccata per le risse e le dichiarazioni sprezzanti, adeguatamente testimoniate da brani ultra politicamente scorretti come One In A Million. Kurt Cobain, da parte sua, aveva invece sempre manifestato idee diametralmente opposte a quelle del collega, tanto che la stampa specializzata si divertiva nel metterli costantemente a confronto, evidenziandone le differenze. In realtà, i due non erano altro che due facce della stessa medaglia, spesso molto più vicini di quello che certe dichiarazioni ad effetto potessero far pensare. Entrambi facevano infatti parte di quella Generazione X nata da ex figli dei fiori disillusi, che aveva trovato un’adeguata valvola di sfogo proprio nella musica di entrambe le band. A ben vedere, poi, tanto la musica dei Nirvana quanto quella dei Guns ‘N’ Roses erano nate assottigliando le linee di confine tra il punk e il metal, tanto che gli idoli di gioventù delle due band finivano spesso per combaciare alla perfezione. Quando Axl indossò un cappello della band di Cobain all’interno del video di Don’t Cry, ai fan dei due gruppi non parve vero: che fosse una presa in giro dell’eccentrico autore di Welcome To The Jungle? In realtà, Axl era un vero fan dei Nirvana, tanto che quando dovette pensare alle band con cui partire per il mastodontico tour di supporto ai due Use Your Illusion, la prima idea a venirgli in mente fu proprio quella della band di Seattle. Ad Axl, evidentemente, non era ancora giunta voce delle dichiarazioni di Cobain di pochi giorni prima: “Non siamo la vostra tipica band modello Guns N’Roses, che non ha assolutamente niente da dire” – disse al magazine Seconds – “Ribellarsi vuol dire scendere in campo contro persone come i Guns N’ Roses”. Quando quelle voci giunsero alle sue orecchie, Mr. Rose non la prese molto bene, tanto che il suo proverbiale self control lo fece letteralmente sbroccare durante una delle serate in cui, nella sua immaginazione, proprio i Nirvana avrebbero dovuto aprire alla sua band. Tra una canzone e la successiva, partendo dall’aggettivo alternative con cui veniva etichettato tutto il movimento grunge, il cantante disse: “L’unica cosa che sta a significare questa parola per me è uno come Kurt Cobain, che è fondamentalmente un fottuto tossico con una moglie tossica. E se la figlia è nata deforme, penso che dovrebbero andare entrambi in prigione”. Il terribile riferimento a Frances Bean, la primogenita della coppia Cobain che si diceva essere nata dipendente da eroina per via delle pessime abitudini della madre Courtney, ebbe l’effetto desiderato: i due gruppi si sarebbero trovati sullo stesso palco da lì a breve in occasione degli MTV Video Music Awards del 1992 ed entrambi non aspettavano altro che quel momento per risolvere finalmente la questione. Lo scontro entrò nella storia. Nel backstage della manifestazione, Rose incrociò i coniugi Cobain e quando Courtney Love gli chiese di fare da padrino alla loro figlia, questo disse a Kurt di far tacere la sua troia. Con un colpo di genio, il frontman dei Nirvana obbedì, apostrofando la moglie con quelle parole. Seguì una rissa che vide protagonisti i bassisti di entrambe le band e che si concluse con un appello accorato di Kurt: “Axl è un fottuto sessista, razzista e omofobo, non potete stare dalla loro parte e dalla nostra contemporaneamente. Mi spiace che io debba fare questa netta distinzione, ma è qualcosa che non potete ignorare. E, oltretutto, non sanno scrivere buona musica”. Dopo il tragico suicidio di Cobain, le cose cambiarono drasticamente. Le due band si resero conto di quanto fosse stupido quel comportamento e, a ben vedere, i testi dei due leadear, ad un’analisi più profonda, spesso nascondevano lo stesso disagio esistenziale. In questo, andava riconosciuto ad Axl il merito di aver intuito i punti in comune tra due realtà molto più vicine di quello che Cobain cercasse di dimostrare. A sancire idealmente la fine dell’odio ci ha pensato recentemente Dave Grohl, donando ai riuniti Guns il proprio trono per aiutare Rose a proseguire il tour con una gamba rotta. La risposta di Axl? Indossare per buona parte del tour una maglietta con impresso il logo dei Nirvana. Quasi a voler riportare indietro nel tempo le lancette di un orologio ormai orfano di una lancetta.