Chickenfoot: Parla Joe Satriani

I neonati Chickenfoot hanno rappresentato una ventata d’aria fresca nel panorama mondiale del classic rock. Come si faccia a risultare freschi quando la tua band è composta mediamente da cinquantenni è difficile a credersi, quindi abbiamo provato a carpire qualche segreto a uno dei quattro mostri sacri che ne fanno parte: Joe Satriani.

Satch ha risposto con piacere alle nostre domande, regalandoci spassosi aneddoti e anche una ghiotta notizia sul futuro della band appena costituitasi…

Ciao Joe, come sta andando la prima parte di tour?
Direi davvero bene! Il pubblico sta rispondendo con un calore che nemmeno noi ci saremmo aspettati, anche se so che c’era grande attesa intorno a noi. Credo che saremo costretti ad aumentare le date dopo questa prima parte…

Difficile pensare che potesse andare diversamente…
Be’, i nomi in gioco sono grandi (ride), ma sai bene che non tutti i così detti supergruppi hanno avuto la stessa fortuna. Un minimo di rischio c’è sempre, soprattutto come nel nostro caso non ti limiti a fare un tour, ma incidi anche un disco.

A tal proposito, come è avvenuta la stesura dei pezzi?
A dir la verità avevo già parecchi pezzi pronti, quindi arrivavo in studio con dei riff e da lì partiva il processo compositivo insieme agli altri membri del gruppo. Diciamo che le idee, soprattutto per quanto riguarda la parte musicale, sono partite da me, ma poi le abbiamo sviluppate totalmente insieme.

Per  te è anche la prima volta in un gruppo, al di là della mini avventura con i Deep Purple.
Sì, la considero la mia prima vera volta, anche se sono un po’ grande per essere la mia prima volta (ride). Con i Deep Purple è stato stupendo, ma sostituivo Blackmore che se ne era andato, non era un vero progetto mio. Questo invece lo è totalmente e ci credo tantissimo.

A vedere le immagini delle prime date, non faccio fatica a crederti. Ho visto che avete riproposto anche cover di Highway Star e Rock ‘n Roll! Sia tu che Sammy avete citato i Led Zeppelin tra le vostre ispirazioni più grandi.
Sì, anche se Sammy è andato un po’ più in là dicendo che ce la giochiamo con loro! Direi che non ci avviciniamo assolutamente, ma che sono un bel punto d’arrivo a cui guardare! Di certo i primi Zeppelin sono il nostro vero punto di riferimento musicale, magari con un po’ meno improvvisazioni.

Hagar ha pure detto di non aver mai suonato con un chitarrista come te, nemmeno quando era nei Van Halen. Dichiarazione impegnativa…
Sammy è un pazzo totale! Eddie (Van Halen ndr) è un mostro sacro, uno che ha cambiato il modo di concepire l’elettrica. Non ti dico però che le sue dichiarazioni non mi abbiano fatto immenso piacere.

Sempre a proposito di Hagar, ha superato i 60, ma sembra cantare meglio di 15 anni fa. Pensi abbia un segreto? 
L’unica cosa che posso dirti è che è l’unico a fare ancora la vita che una rockstar fa fino a poco più di trent’anni. Non so assolutamente come faccia a continuare in questo modo. Io mi stanco solo a stare al suo fianco!

Avete intenzione di registrare un album dal vivo tratto dal tour?
L’idea ci affascina, anche perché è sul palco che possiamo davvero dimostrare di che pasta siamo fatti. Non c’è ancora nulla di pianificato, ma ti posso anticipare che abbiamo già in programma un nuovo album in studio. Quindi questo ti dimostra quanto tutti noi crediamo nel progetto Chickenfoot!

Ci vediamo on the road allora, noi di Outune saremo presenti alle date italiane, ma anche a Montreux!
Stupendo, adoro il vostro paese e non vedo l’ora di suonare a Montreux dopo Dave Matthews! Buon divertimento!